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Bruschette Spaziali. Vegan & Gluten free

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Le Bruschette Spaziali sono talmente buone che riuscirebbero persino a distogliere l’attenzione di Darth Vader dai suoi progetti di conquista, mentre è alla guida dello Star Destroyer.

Così come amiamo associare ad un film una pietanza, lo stesso facciamo con le opere d’arte. Oggi è la volta di Maurits Cornelis Escher, strepitoso artista olandese in grado di “giocare” con lo spazio come nessun altro ha saputo fare. E, pensandoci bene, dietro l’angolo spunta ancora “Suspiria“, il capolavoro cinematografico di Dario Argento, permeato in larga misura dall’arte di Escher.

Queste bruschette, oltre ad essere gluten free e vegan, sono semplici da realizzare ed anche piuttosto economiche.

Ecco tre motivi per cui le abbiamo ideate e chiamate così:

  1. Pur essendo fatte con pochi ingredienti sono buone oltre misura (“spaziali” per l’appunto);
  2. la parola “spazio” richiama, come precedentemente sottolineato, un concetto molto caro a Escher;
  3. un aneddoto di vita… “Escher, verso la fine degli anni venti, amava effettuare in primavera dei viaggi in Abruzzo, dove si immergeva nella natura e girovagava a zonzo di villaggio in villaggio, tenendo traccia di quanto faceva in appunti, annotazioni e disegni; uno degli aneddoti riguardanti il viaggio del 1929 racconta che Escher si fermò in una locanda gustando delle bruschette”.

 

Purtroppo, non vi sono informazioni dettagliate sul tipo di bruschette assaggiate dall’artista; tuttavia, trovandosi in Abruzzo, abbiamo supposto che si trattasse di quelle abruzzesi, le quali tipicamente presentano della salsiccia come condimento.

Noi le proponiamo in chiave veg, con un “ragù” vegetale a base di lenticchie e pomodoro.

Lo ricordiamo in ogni articolo: le ricette che proponiamo sono un’interpretazione personale, condivisibile o meno, ma pensiamo sia importante rispettare la visione creativa di una persona, in cucina come in altri ambiti.

 

Di seguito trovate le indicazioni per realizzare il condimento di quattro bruschette.

 

Tempo di preparazione

30-40 minuti

 

Modalità e tempo di cottura

Lenticchie: sul fornello, per 10 minuti circa.

Pomodoro: sul fornello, per 15 minuti circa.

 

Conservazione (solo da cotto)

Il “ragù” di lenticchie si conserva in frigorifero per 2 giorni, all’interno di un contenitore di vetro. Per gustarlo andrà fatto riscaldare in una padella antiaderente, senza l’aggiunta di olio, per 5-10 minuti, in base alla quantità, a fuoco medio-basso.

 

Ingredienti

– 240 g (prodotto sgocciolato) di lenticchie in scatola lessate (bio);

– 3-4 pomodori di San Marzano maturi;

– 4 fette di pane per bruschette (gluten free);

– 1 pizzico di sale iodato;

– q.b. di olio extra vergine di oliva.

 

Attenzione: in caso di celiachia, tutti gli ingredienti a rischio di contaminazione devono essere certificati senza glutine.

 

Informazioni utili prima di mettersi ai fornelli

  • Le lenticchie appartengono alla categoria dei legumi e sono ricche di carboidrati complessi, proteine, fibre nonché di minerali come potassio, fosforo, magnesio, calcio, ferro, zinco e rame; contengono numerose vitamine, ad esempio, il retinolo (A), l’acido ascorbico (C), la tiamina (B1) e la niacina (PP).

 

  • Le proteine animali comprendono tutti gli aminoacidi essenziali di cui il corpo necessita; non è così per la maggior parte delle proteine vegetali. Per ottenere una proteina vegetale completa è quindi indispensabile associare durante i pasti cereali (miglio, riso, etc.) e legumi (fave, lenticchie, piselli, fagioli, etc.): questo perché i cereali, come anche verdure, semi e frutta a guscio, mancano dell’aminoacido lisina, mentre i legumi, come anche verdure e frutta a guscio, mancano dell’aminoacido metionina.
    Fate dunque attenzione poiché questa combinazione alimentare, insieme alla varietà dei nutrienti assunti, è davvero indispensabile per vivere serenamente e responsabilmente l’alimentazione a base vegetale.

 

  • Il ragù è un condimento tipico italiano. Ci sono due città che si contendono la sua nascita, cioè Bologna e Napoli. In verità, come suggerito dall’etimologia, l’origine del ragù è francese e risale al medioevo; infatti, la parola “ragoût”, che deriva probabilmente da “ragoûter” [“risvegliare l’appetito”, ndr], indicava una sorta di stufato composto da piccoli pezzi di carne, servito come secondo piatto. Il contatto con il mondo italiano potrebbe essere stato determinato da alcune vicissitudini storiche del XIV secolo, ad esempio il trasferimento della Sede pontificia ad Avignone o la dominazione angioina a Napoli.
    Fatto sta che nella Penisola il ragù incontra la pasta, prima servito separatamente, poi, dal ‘700, unitamente alla pasta, ma fino all’Ottocento senza pomodoro.
    La versione “ufficiale” del ragù bolognese, codificata nel 1982, prevede l’utilizzo di carne di maiale e di manzo in proporzioni ben definite, mentre quello napoletano, pur prevedendo anch’esso l’utilizzo dei due tipi di carne, è meno standardizzato e ha una preparazione ben più lunga e laboriosa, con pezzi di carne più grossolani.

 

N.B.

Digitalis Purpurea™ segnala che nessuna informazione nutrizionale presente in questo articolo può sostituire il consulto medico, in quanto ogni individuo possiede caratteristiche fisiologiche uniche che, in caso di carenze o malattie, devono necessariamente essere verificate da un medico di base o da uno specialista.
Pertanto, le informazioni pubblicate in questo articolo hanno carattere divulgativo e non devono essere considerate come consulenza, prescrizione medica o prescrizione di altra natura.

 

Procedimento

1.

Sciacquate le lenticchie dal loro liquido di conservazione, sotto un getto d’acqua fredda corrente. Prendete un saltapasta antiaderente, versatevi le lenticchie e due fili generosi di olio extra vergine di oliva; mescolate bene e poi accendete la fiamma a fuoco medio-alto: dovranno cuocere così per 8 minuti circa. Non dimenticate di rimestarle di frequente; trascorsi i primi 8 minuti, fatele cuocere a fuoco medio per altri 3 minuti circa, al fine di farle “asciugare”.
Saranno pronte quando la consistenza non sarà né troppo morbida né troppo arrostita (non devono seccarsi eccessivamente); spegnete quindi il fuoco e lasciatele riposare.

 

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2.

Prendete 3-4 pomodori di San Marzano maturi; se non li avete a disposizione, potete scegliere quelli perini grandi oppure quelli ramati. La polpa compatta, carnosa e poco acquosa rende questi pomodori adatti ad una cottura rapida; inoltre, avendo pochi semi, sono velocissimi da pulire e ciò consente di ridurre notevolmente il tempo di preparazione della ricetta.
Rimuovete la buccia, l’endocarpo, i semi, unitamente alla polpa acquosa e, più in generale, all’acqua di vegetazione. Dedicate la giusta attenzione a questa operazione, così quando mangerete non dovrete preoccuparvi di semi e quant’altro. Ora, ricavate dalla polpa dei pezzetti di pomodoro, né troppo piccoli né troppo grandi.

 

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Prendete un padellino antiaderente dai bordi alti, versateci il pomodoro, un filo generoso di olio extra vergine di oliva ed un pizzico di sale iodato. Mescolate bene e accendete il fuoco: i primi 5 minuti circa cuocete a fuoco vivo (il pomodoro perderà un po’ d’acqua), gli ultimi 10 minuti circa a fuoco lento (per far asciugare l’acqua).
Se “a occhio” non vi dovesse sembrare abbastanza cotto potete aggiungere un goccio d’acqua fredda, prolungando leggermente la cottura; in ogni caso, l’aspetto finale dev’essere simile a quello che vedete nella fotografia seguente, ossia pezzetti appassiti, ma non completamente disfatti e di un bel rosso acceso.

 

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3.

Terminata la cottura, unite il pomodoro nel saltapasta e mescolate finché il sugo non avrà ricoperto in modo omogeneo le lenticchie. Cuocete il tutto a fuoco medio-basso per 5-8 minuti; anche in questo caso, il composto si deve “asciugare”, si deve seccare leggermente.

Il “ragù” è ottimo da gustare appena cucinato ma, se avete necessità di prepararlo in anticipo, potete lasciarlo riposare per una notte in frigorifero: gli ingredienti si amalgameranno fra loro molto bene ed il “ragù” diventerà ancora più saporito.
Se scegliete questa seconda opzione abbiate cura di non portare troppo avanti la cottura in fase di preparazione, perché la terminerete al momento del consumo; lo farete riscaldare in un tegamino, senza l’aggiunta di olio, per 5-10 minuti, in base alla quantità, a fuoco medio-basso.

 

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4.

Fate scaldare delle fette di pane per bruschette in un tostapane; non devono cuocere eccessivamente: cercate piuttosto di individuare la famosa “via di mezzo”, ossia crosticina croccante, mollica ben cotta, ma ancora morbida.

 

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5.

Ora siete pronti per distribuire sulle bruschette una generosa porzione di “ragù”.

 

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È incredibile come tre soli ingredienti, se combinati e cotti a puntino, possano sprigionare così tanto sapore. Praticamente, l’unico modo per descrivere ciò che si prova dopo il primo morso è paragonarle all’abbraccio di una persona cara che non si vede da lungo tempo.
Un comfort food semplice, veloce, gustoso, di quelli che ti fanno chiudere gli occhi per sognare quando li assapori.

Per omaggiare in cucina lo straordinario talento di Escher, le possibilità sono innumerevoli… quindi, aspettiamo di conoscere le vostre bellissime idee nei commenti!

Se la nostra ricetta vi è piaciuta e avete imparato qualcosa di nuovo, lasciate un commento, iscrivetevi alla newsletter, seguiteci su Spreaker, Spotify, Instagram e Pinterest: ne saremmo molto felici e, in ogni caso, vi ringraziamo per aver trascorso del tempo insieme a noi.

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2 risposte

    1. Ciao Stefano!
      Sì, puoi fare un soffritto utilizzando il porro, la cipolla… quello che preferisci. In ogni caso, diventeranno ancora più saporite!

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