Quando il nostro pensiero si rivolge alle grandi personalità del passato, avvertiamo certamente un sentimento di ammirazione e gratitudine, ma anche un senso di “inferiorità” se compariamo la nostra “limitatezza” alla loro genialità.
Ed è proprio in questi momenti di sconforto che è importante scuotersi ricordando che, come osservava Sherlock Holmes a proposito del dottor Watson, “Alcuni individui, pur senza possedere il genio, hanno tuttavia il meraviglioso potere di stimolarlo negli altri”.
È altresì importante rammentare che i più illustri luminari sono pur tuttavia soggetti alle umane leggi… e questo include anche i peccati di gola. Michelangelo era ghiotto della Casciotta d’Urbino, Galileo amava il lesso di carni miste, Beethoven adorava i maccheroni cacio e grana ed Escher le bruschette, tanto per fare qualche esempio.
A tal proposito, in un precedente articolo abbiamo parlato di Georg Friedrich Händel e di come si abbandonasse gioiosamente ai piaceri della tavola. Spassoso è l’aneddoto in cui si narra di come il compositore, entrando in un locale, ordinò una colazione per tre; poiché il cameriere, non vedendo arrivare gli altri convitati, tardava a servirlo, Händel esclamò: “Si sbrighi, mi porti da mangiare”. “E gli altri due?”, rispose il cameriere; “Non si preoccupi, gli altri due sono io”.
La ricetta che andiamo a presentare si ispira, per l’appunto, al “caro Sassone” che, fra il 1706 e il 1710, soggiornò in Italia. Naturalmente, fra le varie tappe toccò anche Roma e dintorni, come l’antico territorio della Tuscia. Si racconta che Händel si fermò diverse volte a Vignanello, una piccola cittadina situata ad est dei Monti Cimini, per gustare il buon cibo preparato da una popolana del luogo; in particolare, ebbe modo di apprezzare la tipica zuppa di ceci e castagne, piatto “povero”, ma dal cuore grande.
Come d’abitudine, ricordiamo che le nostre ricette sono un’interpretazione personale di atmosfere, sensazioni ed altri aspetti inerenti al cinema, all’arte e alla musica; si tratta di pensieri, condivisibili o meno, che rispecchiano la nostra visione creativa e che speriamo possano incontrare la vostra.
Di seguito trovate le indicazioni per 2 porzioni.
Tempo di preparazione
1 h
Modalità e tempo di cottura
Sul fornello, in una casseruola antiaderente, per 30 minuti circa.
Conservazione
Questa zuppa non può essere conservata per più giorni; è quindi preferibile cucinarla e consumarla subito ben calda.
Ingredienti
– 1800 g di acqua fredda;
– 100 g (prodotto sgocciolato) di ceci lessati (bio);
– 50 g (10 pezzi ca.) di castagne cotte, al naturale (bio);
– ½ costa di sedano;
– ¼ di cipolla bianca (media);
– 1 carota (media);
– q.b. di olio di oliva;
– due pizzichi di sale iodato;
– 1 pizzico di pepe nero.
Attenzione: in caso di celiachia, tutti gli ingredienti a rischio di contaminazione devono essere certificati senza glutine.
Informazioni utili prima di mettersi ai fornelli
- La zuppa di ceci e castagne, piatto della tradizione contadina, ha origini antiche e, anche per questo, ne esistono innumerevoli versioni sparse per tutto lo Stivale. La ricetta sembra però essere tipica delle regioni del centro Italia, data la cospicua presenza di castagneti che assicuravano una buona quantità di castagne, perfette per essere seccate e poi lessate durante l’inverno. Inoltre, nell’alto Lazio, in Umbria e in Abruzzo era una pietanza usualmente preparata per la cena della Vigilia di Natale.
- La versione che proponiamo è stata semplificata al fine di velocizzarne l’esecuzione e renderla più leggera, senza però rinunciare al sapore.
In particolare, abbiamo:
– utilizzato dei ceci già lessati, in vasetto, al posto di ammollare quelli secchi per molte ore e poi cuocerli;
– usato delle castagne al naturale, già cotte, invece di ammollarle, bollirle e poi pelarle una ad una;
– eliminato alcuni ingredienti (e.g. aglio) per realizzare un piatto più leggero e digeribile rispetto all’originale.
- Naturalmente, nulla vieta di preparare la zuppa “alla vecchia maniera”; sappiamo bene che l’ammollo di legumi e cereali è un ottimo metodo, ad esempio, per:
– ridurre gli acidi fitici, vale a dire sostanze in grado di limitare l’assorbimento o l’utilizzo di ferro, rame, zinco, calcio, etc.;
– migliorare l’assorbimento di importanti nutrienti e minerali;
– aumentare la digeribilità;
– diminuire gas e gonfiore gastrointestinali che possono derivare dal consumo di questi alimenti.
Tuttavia, è importante essere realistici e considerare che, purtroppo, non sempre si ha la possibilità di dedicare tutto il tempo che vorremmo alla cucina; questo non significa si debba rinunciare alla qualità e alla bontà del cibo: mangiare spesso fuori casa o consumare abitualmente piatti già pronti comporta l’acquisizione di abitudini nocive che danneggiano la salute.
- Il termine “zuppa” deriva dalla parola germanica “Suppa” che significa “fetta di pane inzuppato”; in generale, si tratta di minestre preparate con ingredienti vari e in modi diversi, accomunate dal fatto di essere servite con fette/pezzetti di pane tostati o fritti, messi a cuocere insieme o aggiunti all’ultimo momento.
È importante però ricordare che in questa ricetta i carboidrati sono già sufficientemente rappresentati da ceci e castagne; queste ultime, fra l’altro, sono certamente una buona fonte di sali minerali, ma anche di zuccheri, con i quali è sempre bene non eccedere. Per questo è opportuno limitare il pane consumato insieme alla zuppa.
- Non lasciatevi ingannare dalle dosi citate in precedenza: se per due persone sembrano veramente striminzite, vi accorgerete mangiando che non lo sono affatto, proprio perché ceci e castagne forniscono anche una certa dose di calorie.
N.B.
Digitalis Purpurea® segnala che nessuna informazione nutrizionale presente in questo articolo può sostituire il consulto medico, in quanto ogni individuo possiede caratteristiche fisiologiche uniche che, in caso di carenze o malattie, devono necessariamente essere verificate da un medico di base o da uno specialista.
Pertanto, le informazioni pubblicate in questo articolo hanno carattere divulgativo e non devono essere considerate come consulenza, prescrizione medica o prescrizione di altra natura.
Procedimento
1.
Per ottenere il brodo vegetale, versate dell’acqua fredda in una capiente padella di acciaio; aggiungete il sedano, la carota, la cipolla, due pizzichi di sale e poi accendete la fiamma a fuoco vivo; dal momento del bollore, abbassate il fuoco al minimo e cuocete per 45 minuti. Quando il brodo è pronto, assaggiatelo per aggiustare eventualmente di sale (senza esagerare); poi lasciatelo intiepidire.
Per questa ricetta non vi servirà tutto il brodo preparato; la restante parte può essere conservata, avendo cura di rimuovere le verdure, per 3 giorni in frigorifero oppure in freezer, facendo congelare il brodo negli appositi stampini per ghiaccio.
2.
Mentre il brodo cuoce, scolate i ceci dal loro liquido di conservazione e sciacquateli sotto abbondante acqua fredda corrente; poi, rimuovete le cuticole, così avranno un sapore migliore e saranno più digeribili. Si tratta di un’operazione fondamentale, che non richiede molto tempo, ma solo un po’ di pazienza; quando avrete finito, sciacquateli nuovamente sotto l’acqua.
3.
Spezzettate grossolanamente le castagne; i pezzetti non devono essere né troppo grandi né troppo piccoli. Lasciatene almeno un paio integre a porzione.
4.
A questo punto, tutti gli ingredienti sono pronti e potete quindi iniziare a cuocere la zuppa. Prendete una casseruola antiaderente di medie dimensioni (non troppo grande) e versate un goccio di olio d’oliva; non esagerate, ne basta davvero pochissimo. Soffriggete quindi le castagne a fuoco medio per 2 minuti, mescolando frequentemente.
5.
Ora aggiungete un paio di mestoli di brodo vegetale e, subito dopo, i ceci. La quantità di liquido dipende anche da quanto volete tenere brodosa la zuppa; a noi, ad esempio, piace gustarla poco densa, come fosse una minestra.
Cuocete con il coperchio, lasciando un piccolo spiraglio per far uscire il vapore, a fuoco medio, per 30 minuti, rimestando di tanto in tanto. Se tende ad asciugarsi troppo, aggiungete altro brodo, ma sempre poco per volta.
6.
Quando la cottura sta per terminare, fate scaldare per bene delle fette di pane.
Servite infine la zuppa in una bella ciotola con il pane a portata di mano e, solo ora, aggiungete un pizzico di pepe nero: il suo aroma intenso e pungente farà la differenza!
Leggera e gustosa al tempo stesso, questa zuppa lievemente dolce vi regalerà preziosi momenti di relax e la sensazione di assaporare una pietanza che, da tempo immemore, scalda il cuore a tante persone… compreso un gigante di nome Händel.
Con questa ricetta cogliamo l’occasione per riscoprire il valore dei cibi semplici e l’energia equilibrata che essi ci donano.
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